La prima Guarderia
Tra le strutture ad uso sociale che Marisa Ferreri ha ideato, concretizzato e che gestisce in Perù, l’asilo è stata la prima.
L’edificio, già sorto per volontà di uno dei sindaci di Quillabamba per essere destinato ad accogliere i bambini lasciati per strada, era di fatto rimasto in uno stadio intermedio di costruzione per parecchio tempo; ciò che, inevitabilmente, l’aveva portato a deteriorarsi strutturalmente e ad essere oggetto di atti di vandalismo e di furti (tutto il mondo è paese!).
In questo stato fu dato in uso alla “Divina Providencia”, una associazione benefica che Marisa fondò in loco e che – veramente con il soccorso della Provvidenza Divina – riuscì in breve tempo a completare, arredare e far entrare in esercizio.
Sorto per ospitare una quarantina di bambini, manco a dirlo negli anni successivi arrivò a superare le cento presenze contemporanee, con una molteplice eterogeneità di casi: chi poteva rientrare in famiglia alla sera, chi la famiglia non l’aveva proprio e neanche un tetto per ripararsi, chi arrivava in stato di denutrizione e chi con degli handicap lievi od anche fortemente invalidanti.
Conformemente alle impostazioni di cooperazione internazionale, che vedono succedersi, ad un primo momento di assistenzialismo, una fase di trapasso della gestione delle strutture realizzate alla gestione con le risorse ed autonomie locali, Marisa ha reputato giunto il momento, con i primi del 2007, di lasciare camminare con le proprie gambe la Guarderia Infantil, che da quasi un decennio lei stava conducendo.
Il buon funzionamento del servizio “asilo” era ormai da tempo consolidato: struttura ed infrastrutture erano perfettamente funzionanti, i nostri arredi e le nostre attrezzature sarebbero stati lasciati in uso gratuito al Comune, che avrebbe assunto il personale di servizio e di custodia: tutto era pronto e funzionante, se non che, passato al Comune, ….l’asilo venne soppresso ed al suo posto furono fatti uffici!
La Guarderia fino al 2020
Passato pochissimo tempo, si fecero sentire in modo imperioso le necessità di tanti bimbi che non potevano più disporre di quella importantissima risorsa. E così, Marisa fece sorgere un nuovo asilo!
Già a metà 2008, adattando al meglio alcuni locali del piano terreno di un edificio che lei aveva acquistato per la sistemazione dei quattro ragazzi datile in affidamento dal Tribunale, cominciò ad ospitare una decina di bimbi piccolissimi, che oggi sono ormai diventati più di quaranta. Ripresici i mobili e le apparecchiature non utilizzati dal Comune, il nuovo asilo sta funzionando egregiamente e solo la Provvidenza sa come e quanto si evolverà in futuro.
Nel 2018 sono stati rifatti i pavimenti, sistemate le aule per i più gradi e posizionata un grande tensostruttura per l’area giochi.
Dal 2023 la guarderia è stata chiusa, non essendoci più la possibilità economica di sostenerla.
Dopo il Covid e fino al Natale 2021 la struttura è stata usata per gestire i pochissimi bimbi iscritti alla guarderia e i bambini della scuola convitto rimasta chiusa. I pochi bambini iscritti rendevano più conveniente questa soluzione di spazi.
Nel 2023 si è cercato di rendere autonoma, dal punto di vista economico, la guarderia. Ma le rette pagate da chi poteva non sono riuscite da sole a finanziare il progetto ed il percorso non è andato a buon fine e ci ha visto costretti a chiudere questo servizio.
Ci racconta Marisa:
“Nella ultima riunione dei soci, ho espresso la mia preoccupazione per la
parte finanziaria in netto calo sia come versamenti liberali che come adozioni a distanza.
Il covid 19 di certo è stato determinante a cui si sommano il disagio finanziario delle famiglie,
il caro vita e tante altre cose che non ripeto perchè tutti sanno, ma che ci portano alla
necessità di trovare delle soluzioni.
Sono stata in Perù tre mesi con il volontario Lorenzo Sasanellli ormai un veterano, a
Quillabamba per la quarta volta . Con Lorenzo e Jenny si è cercato di risolvere in questo
modo: dal 2023 sia la clinica che l’asilo saranno completamente indipendenti e non
appariranno più nel bilancio della Divina Provvidenza. Una scelta dolorosa ma inevitabile se si vuole almeno sostenere la scuola convitto.

